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X – PICTOR

Gilberto Grilli
Mauro mazziero

La serie di film della Marvel X-Men, meglio di qualsiasi altro fenomeno cine-mediatico, rende l’idea di ciò che sta accadendo nel mondo della pittura, quella vera, fatta di esperienza e conoscenza tecnica che, quando ha una sua poetica e una sua anima, diventa arte pura.

É questo e il caso dell’artista Silvestro Pistolesi che, proprio come gli X-Men, ha dei poteri straordinari che però, invece di essere considerati positivi, vengono arbitrariamente giudicati obsoleti, inutili e quindi da eliminare. Tali qualità potrebbero far tornare l’interesse verso quella pittura che appaga gli occhi e lo spirito, a differenza di alcune correnti del secolo scorso, come l’arte povera e concettuale, che hanno tentato di scardinare quei valori umani ed estetici che accompagnano l’uomo fin dall’antichità.

Grandi artisti come Pietro Annigoni e Riccardo Tommasi Ferroni sono riusciti a mantenere vivo l’interesse di gran parte di pubblico nonostante la critica abbia cercato di negare la bellezza e le regole accademiche nell’arte. Ci dovremmo rassegnare alle travagliate metafore della nuova avanguardia? All’idea che l’uomo è finito, non ha speranza e può solo soffrire,espiare,abituarsi ai paramenti del lutto? Secondo tale pensiero non potremmo più gioire di un’opera leggibile, di un quadro che dà emozioni e si fa comprendere da tutti pur avendo diversi livelli di lettura. Tutto questo è considerato inutile, dobbiamo assaporare solo un’arte ‘’usa e getta’’, in tutto simile ai prodotti consumistici, a quelle bottiglie di liquidi e creme dolciastre che calmano le nostre ansie. Guai sprecare mezz’ora per osservare un vero dipinto, è una bestemmia. In questo inferno ogni tanto spuntano grandissimi artisti che, senza perdersi in inutili polemiche, lavorano tantissimo, dipingono dodici ore al giorno, dimostrando con i fatti ciò che stiamo cercando di descrivere a parole.

Silvestro Pistolesi è uno di questi geni che vivono nel loro studio dando vita a straordinarie creazioni. In questa mostra ritroverete il gusto di un paesaggio ancora non inquinato, con rare figure umane che si inseriscono in esso, non per distruggerlo, ma per goderne ringraziando la natura delle meraviglie che ci ha dato, dono che l’artista ha il compito di immortalare. Lo scopo del suo lavoro è di avvicinarci a quella perfezione tanto anelata da greci e romani, poi persasi con il sopraggiungere di filosofie e teologie che hanno negato la bellezza e la gioia di vivere, come un orrore che impedisce la speranza.